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Trizio, vi presento "Guardo Indietro" - Intervista


Abbiamo fatto a Trizio qualche domanda in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo dal titolo Guardo Indietro. Un nuovo capitolo che si muove tra funk, hip hop e cantautorato trasognato. Una descrizione accurata e ironica in cui si ritroveranno tutti coloro che stanno vivendo una situazione di stallo, in bilico tra i sentimenti che ci sta lasciando questo periodo complicato. Trizio crea un mondo con la sua chitarra e la voce lo scolpisce, e andrebbe avanti per sempre perchè si diverte a giocare così e, quel che è peggio, perchè ti fa muovere il culo cantando la fatica dell'esistenza. Guardo Indietro è il nuovo manifesto per tutti gli ultimi romantici indie.


Ecco cosa ci ha raccontato!


Quali sono le tue influenze musicali?

Ci sarebbe tantissimo da dire, ma mi soffermo solo sulle principali: l’hip hop old school, il neo-soul e il pop italiano, sia attuale che passato. Se pensassi agli artisti principali, allora direi che per quanto riguarda la produzione mi ispiro soprattutto a Robert Glasper, Tom Misch e Thundercat; per quanto riguarda parole e songwriting in generale, mi riferisco soprattutto ad artisti italiani come Neffa, Venerus e l’intramontabile Lucio Battisti.


Ti sei mai sentito come nel tuo brano Guardo Indietro? E cioè in una situazione di stallo? Per molto tempo. Studiando ingegneria, andavo a dormire con le mani che mi prudevano perché non facevo molta musica. In tempi più moderni, anche se ho fatto una decina di concerti da quando il lockdown è finito, vorrei comunque dare molto di più; sono un po' un animale da palcoscenico, diciamo. Il brano è in qualche modo collegato con Re Midi?

Non direi, se non nella struttura, che sto rendendo sempre più “mia”, dove mando sempre il finale totalmente da un’altra parte per non tornare più! Mentre Re Midi è un ricordo, Guardo Indietro è un’associazione di idee per un futuro più luminoso. Oserei dire che sono anzi contrapposti.


Esiste una scena musicale in Veneto?

Abbiamo artisti soprattutto da musica suonata, diciamo, dove l’unica differenza è che le produzioni vengono tutte registrate, mentre io mi autoproduco con strumenti virtuali, anche se in realtà ho sempre il mio batterista da live che mi fornisce assistenza per correggere il tiro delle batterie. Tra questi artisti figurano i Post Nebbia e Jessie the Faccio sicuramente. A Venezia, Alessandro Ragazzo sta raccogliendo un grande seguito nazionale. In Veneto c’è moltissimo da ascoltare, quindi meglio darci dentro!


Come stai in questo momento? Molto indaffarato ma molto contento. Ho tantissime collaborazioni tra le mani e non vedo l’ora vengano pubblicate. Il singolo è stato apprezzato finora, quindi non mi arrendo: guardo indietro e vado avanti.


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