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Supernino, vi presento 'Supercinema' - Intervista


SUPERCINEMA è il debut album di Supernino, supereroe con pochi poteri in uscita per Sony Music Italy venerdì 16 aprile, tra super tecnologia, super paradossi ed epica fail, ma anche tanti sani propositi di super vita.


Supernino è un'insegna al neon alla fine del prossimo secolo. Un anti-eroe contraddittorio, un paradosso temporale. É un cinema tridimensionale in una puntata di Black Mirror ambientata più di cento anni fa. Nella vita si occupa di intelligenza artificiale, e fuori dall'ufficio vive per una musica che per lui è una sorta di proiezione tridimensionale della vita, da guardare attraverso apposite lenti. E lo fa con un QI drasticamente sopra la media, cercando di differenziarsi dal fratello gemello laureato in medicina in una forma di arte che preveda aghi ma solo quando si parla di giradischi. É Super, ma è soprattutto Nino, per tutti. Un giovane ragazzo con il sogno della musica, che racconta l'amore tragicomico, in qualsiasi sua formula. Ed è li, nel dolceamaro, che Supernino tira fuori il suo potere di restare in piedi, seppur sentendosi un po' sfigato. Quando non suona e non costruisce il futuro fatto di Intelligenza artificiale, gioca ai videogiochi, da perfetto nerd, perfettamente calato nel suo secolo imperfetto e pieno di aspettative.

Un giorno aprirà un Supercinema, ma questo succederà in un prossimo futuro.

E nel frattempo, gli abbiamo fatto qualche domanda.


Ci racconti la storia di Supercinema?


Era da un po’ di anni che volevo fare uscire questo disco, volevo che questa uscita fosse un po’ speciale e che il lavoro che c’è stato dietro non venisse vanificato. Così piuttosto che uscire come indipendente ho aspettato, e alla fine è andata bene perchè in tanti, tra cui Sony, hanno iniziato a credere nel progetto! I primi brani del disco sono di almeno tre anni fa, mentre la seconda parte è formata da brani più recenti. Sono tutti brani molto diversi tra loro, nonostante lo stile dei testi e delle linee vocali siano sempre riconoscibili. Da qui l’idea di pensare ai brani come a film di diverso genere all’interno di un unico contenitore, il mio Supercinema, che il caso vuole che sia anche il nome del cinema della cittadina dove sono cresciuto.


Il tuo è una sorta di Black Mirror musicale, ironico?


Sono un amante del black humor, del tragicomico e delle situazioni grottesche. E sono anche un amante di Black Mirror ovviamente, adoro le serie distopiche. Nei miei testi sicuramente è un qualcosa che esce fuori, anche le canzoni più allegre non lo sono mai fino in fondo ma lasciano sempre quell’amaro in bocca tipico di chi crede di aver raggiunto qualcosa nella vita ma poi si rende conto di quanto tutto fosse un’illusione.


Sorprende il fatto che hai una formazione musicale classica. E’ una cosa che può venir fuori anche ascoltando il tuo disco?


Sono sicuro che ci si possa render conto che dietro c’è dello studio e padronanza dello strumento ma dubito che la formazione classica venga fuori. È un qualcosa di molto importante durante il processo creativo secondo me, ma a livello di sonorità la musica moderna ha preso decisamente il sopravvento nel disco ahah! Meglio così direi dai :)

Te lo chiediamo, ma devi darci una risposta che non hai mai dato a nessun altro. Quali sono i tuoi superpoteri?

Ve ne dico solo uno perchè altrimenti sarebbero troppi (e non vorrei suscitare l’invidia di altri supereroi che ci leggono): riesco a muovere le palpebre in direzione verticale oltre che orizzontale grazie a dei potenti muscoli intraoculari che ho sviluppato dopo essere stato bombardato di televendite da piccolo.


La cosa più vera che c’è nei tuoi testi?

Per rispondere a questa domanda sono andato apposta a consultare il mio archivio di testi. In un brano del disco in particolare, Tutto OK, racconto tantissime cose vere di quando ero ragazzino e senza auto. La più vera di tutte e allo stesso tempo la più romantica credo sia: “insieme andremo tanto lontano, ma neanche troppo se ti metti i tacchi, prendo la bici se non ho l'auto, io che pedalo e tu sul portapacchi”.


Cosa pensa Willie Peyote del brano dove compare anche lui?

Ricordo che quando scrisse la sua parte disse di “aver fatto una strofa alla Coez”, che per lui è una cosa super strana. Già solo per questo io dico che sto pezzo È UNA BOMBA!


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