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Pietro Berselli: Vi racconto "Spettatore"il mio nuovo singolo - INTERVISTA


E' uscito lo scorso venerdì 11 giugno Spettatore, il nuovo singolo che annuncia il ritorno di Pietro Berselli e l'uscita del suo nuovo album Evidentemente No.

Un nuovo capitolo per il cantautore di stanza a Brescia ma ancora fedele alla scena padovana che ci racconta, con il suo inconfondibile e timido cantautorato rock, come si vive la vita da spettatore.


Ogni tanto sento di non avere il minimo controllo su quello che mi succede attorno, sembra che tutto mi passi davanti agli occhi ai 300 km/h mentre io sono lì a guardare, fermo, come davanti ad uno schermo. Forse è anche dovuto al fatto che il tempo che passo davanti allo schermo è sempre di più, ma "Spettatore" parla proprio di questo: la vita come uno show surreale in cui partecipo solo in quanto spettatore e non di certo come protagonista.


Ecco cosa ci ha raccontato!


Ti avevamo lasciato ai tempi di Orfeo L’Ha Fatto Apposta. Cos’è cambiato nel frattempo?

Dai tempi di Orfeo la mia vita è cambiata totalmente. Con Orfeo ero alla fine dell’Università, il mio sguardo era ancora molto incentrato su di me. Adesso per fortuna riesco a spostarlo anche all’esterno, sulla vastità mondo. Penso che sia stato un primo passo di crescita.

Cosa puoi raccontarci nel frattempo del tuo nuovo disco Evidentemente No di prossima uscita?

È un disco che racchiude moltissime sonorità. La produzione per varie necessità è durata molto tempo, e questo sicuramente ha permesso una dilatazione del bacino di suoni e di influenze. C’è un’energia nuova, più delineata.

Hai lavorato in modo diverso questa volta? Come nasce un brano di Pietro Berselli?

Evidentemente no è nato e cresciuto al contrario rispetto a Orfeo. Una volta scritte le canzoni, sono andato prima in studio e poi in sala prove, questa è la differenza più grande. Una mia canzone nasce da un’urgenza, se non ho nulla da dire non scrivo nulla.

Di cosa parla Spettatore e perchè è la colonna sonora perfetta per questo periodo storico?

Spettatore parla della sensazione di restare fermo mentre tutto scorre ai 300km/h, della sensazione di perdere il treno, di restare indietro, di non essere riusciti a cogliere l’occasione. Dell’ansia di dover fare e avere tutto e subito.

Prossimi step?

Pubblicare sempre più musica, magari con meno distanza tra un disco e l’altro.





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