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NOVE: Vi racconto il mio "Tramonto" - INTERVISTA



Dallo scorso 11 novembre è disponibile in tutti gli store digitali e piattaforme streaming "TRAMONTO" il nuovo singolo di Nove. La cantautrice genovese ma adottata dalla scena milanese è tornata con un brano intimo e personale ed intimo che racconta la fine di una vita fatta di abbracci, risate, litigate, baci; di quotidianità. È un tramonto che vuole custodire negli occhi e nel cuore per non perdere il profumo del ricordo. Immergetevi nuovamente nel suo pop; questa volta con un sound malinconico ed “elegante” impreziosito dal violoncello di Giulia Monti (produzione di Davide Foti ed Edoardo Bruni).


Tra la playlist Equal di Spotify e tramonti, le abbiamo fatto qualche domanda.


Le cantautrici sono abbastanza rare nella scena indie. Da una parte sembra difficile emergere, ma dall’altra sembrano esserci moltissimi spazi come la playlist “Equal” di Spotify e simili. Come la vivi a riguardo? Ti senti parte di una minoranza? Quale difficoltà stai riscontrando?


Sicuramente non è semplice “emergere”, ma non penso sia solo una questione di sesso. Personalmente sono anni che faccio “gavetta”, scrivo, provo a farmi notare eppure, ancora ad oggi, spesso mi sembra di remare contro corrente.

L’unica certezza che abbiamo è che il mondo musicale è saturo, ogni giorno esce tantissima musica nuova e stare dietro a tutto non è semplice. Capisco quindi che per un ascoltatore medio o ad un addetto stesso del lavoro diventa complesso trovare e ascoltare magari un brano di artista che non conosce. In più c’è tutto il discorso social; numeri di stream, numeri di follower ect che secondo me ha poco a che fare con la qualità della musica ma che nel 2022 sembra ormai fondamentale.

Quindi il “faccio musica” perché ho l’esigenza di raccontare qualcosa ormai sembra passato in secondo piano.


Cos’hai imparato sinora sulla scena indipendente? Ne eri già un’ascoltatrice prima di debuttare con il progetto Nove?

La musica indipendente l’ho sempre seguita ed ascoltata anche perché l’ho sempre fatta. Prima di uscire con il progetto Nove infatti avevo già fatto un disco e altri brani con il mio nome di battesimo. Negli anni ho sicuramente imparato che “rincorrere” la musica e cercare la perfezione non serve a niente; serve invece prendersi il tempo necessario, sperimentare, vivere. Serve scrivere la verità, la propria storia, la propria musica senza lasciarsi influenzare da tutto quello che c’è intorno.



Perché alla fine ha “vinto” Milano?


Milano è la città attutale in cui vivo e lavoro ma non mi sento di dire che “abbia vinto”. Ogni città in cui ho vissuto mi ha lasciato qualcosa; è stata di ispirazione, mi ha fatto crescere e scoprire nuove parti di me quindi è impossibile dire quale mi abbia rubato il cuore.



E che ne è di tutta quella rabbia a malinconia che c’era nel tuo disco di debutto “Saturno”? Ti senti ancora così?


La malinconia ancora oggi viene a braccetto con me e penso sarà per sempre una mia cara “amica”. Sicuramente non è semplice conviverci ma dall’altra parte è da sempre mia grande fonte di ispirazione.

La “rabbia” invece è un sentimento che non è mai stato così presente nella mia vita e soprattutto non mi piace “trascinarlo” nel tempo. In “Saturno” ho voluto tirare fuori dalla scarpa qualche sassolino scomodo ma nella stessa scarpa da sempre ci sono anche tanti fiori.


Programmi per il 2023?


La priorità del 2023 è di tornare presto a fare live! Lo scriverò nella letterina per Babbo Natale.






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