top of page

NEBBIA: VI RACCONTO IL MIO "ALTROVE" - INTERVISTA



É uscito venerdì 16 dicembre 2022 in distribuzione Artist First "Altrove", il disco di debutto di Nebbia, il progetto solista di Matteo Bonavitacola. Già anticipato dal singolo di debutto "Texas Ravioli", "Altrove" è un disco che racconta tutto quello che in qualche modo è altro da sé: le persone, gli amori, i posti da cui si passa. Un insieme di pezzi di vita condensati in un contenitore fatto di synth, atmosfere anni ‘80 e neon tra i capannoni. Un disco dedicato a tutti gli ultimi romantici.

Noi abbiamo incontrato l'artista e gli abbiamo fatto qualche domanda, e ci siamo fatti portare a spasso per Lodi. Ecco com’è andata!


Cosa ti hanno lasciato gli anni Ottanta? E in questo disco dove i synth sono così centrali, cos’altro credi che ci sia di quel retaggio?

Sono nato negli 80, e ricordo da sempre il fascino che sortivano in me, anche da bambino, i rullanti super riverberati di quegli anni. È uno dei ricordi più vecchi che ho musicalmente parlando: il battere su un rullante riverberato

Nel disco “Altrove” si parla, più o meno velatamente, di una mancanza, di qualcuno o qualcosa. È qualcosa di autobiografico? Ti senti ancora come quando hai scritto questo disco?

Alcune canzoni sono molto vecchie, quindi no, non mi sento più come quando le ho scritte. D’altra parte la stessa cosa mi succede con quelle nuove, quando le riprendo in mano dopo averle scritte le sento provenire dall’altrove, non mi sembra di averle composte io. Quindi sicuramente sì, c’è una mancanza e un incompletezza di fondo che credo sia alla base della mia personalità, del non stare fermo, del mio muoversi veloce di atomi

Quando è stato scritto questo disco?

Vortex ha più o meno 10 anni, Texas Ravioli 6 mesi. Credo molto nella stratificazione, nella mancanza di decisione e di “piani” quando si parla di musica, quindi ho accolto questi mondi diversi e gli ho dato spazio

Come hai organizzato il live? Sei dovuto giungere a qualche compromesso, oppure sei riuscito a rendere “simile” al disco? Com’è andata a Lodi?

Live suono completamente diverso che su disco, ed è la cosa che mi piace di più. Non mi piace molto usare basi e sample, mi piace suonare come se fossi un cantante di balera. Fare errori e farmi ispirare dal pubblico. Muovermi e ballare senza senso. Non mi importa della tecnica, mi importa di creare un ponte tra me e gli altri.

A Lodi nel primo live è andata molto bene direi, la mia fame di suonare era ai suoi picchi. Fortunatamente il contesto amichevole mi ha permesso di sfogarla senza danni.

Ci fai fare una passeggiata per Lodi? Dove ci porti?

Sicuramente al museo Paolo Gorini, a vedere la collezione anatomica di un pazzo geniale che voleva fermare la morte. E poi in aperta pianura, dove ci sono i capannoni ma anche i filari di pioppi e gli aironi che mi hanno da sempre ispirato. È lì che capisci la nebbia e la voglia di ballare nelle balere.







Post recenti

Mostra tutti
bottom of page