Metcalfa, tutte le mie sensanzioni in "Siolence" - INTERVISTA

Anticipato dal singolo "Missing" è uscito lo scorso marzo "Siolence" il primo album di Metcalfa. Si tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche.
SIOLENCE, un incontro tra le parole “silence” e “violence”. La scelta di questo titolo vuole tradurre in parole quello che succede all’interno del disco e le sensazioni che, si spera, possa suscitare nell’ascoltatore. Attimi di pura quiete affiancati ad elementi più ruvidi, in modo da creare un interessante connubio sonoro.
Per l'occasione abbiamo raggiunto l'artista e ci ha parlato del suo album e dei suoi prossimi progetti. Ecco cosa ci ha raccontato:
Siolence è uscito da un mese circa. Cos’è successo nel frattempo?
Bè, sono uscite molte interviste! E inoltre ho visto che il mio tipo di musica funziona molto bene in California, luogo al quale dovrò rendere omaggio in qualche modo.
Cosa significa hybrid music?
Rappresenta quello che faccio, ovvero un’attiva commistione tra elettronica e strumenti analogici. Certo, da solo sono limitato, ma presto riuscirò a coinvolgere altri musicisti.
Perché hai ritenuto necessario unire le parole siolence e violence per il titolo del tuo disco? In che modo questi due concetti rappresentano la musica che esso contiene?
Le ho scelte puramente per una questione sonora, all’inizio. Mi piaceva l’assonanza che si veniva a creare. E poi da lì a poco è nato siolence, il termine che difinisce tutte le escursioni dinamiche e d’atmosfera all’interno del disco.
Elettronica e batteria. Come convivono?
Convivono molto bene, in quanto molto simili ma anche molto diversi. Diciamo che sulla batteria mi piace avere un suono più vicino a quello presente nel jazz e nell’hip hop, mentre per la parte elettronica prediligo suoni più scuri e più basati sul campionamento. Di conseguenza posso coprire un range di frequenze e di dinamica molto esteso.
Com’è studiare e fare musica in questo periodo dove siamo lontani?
Guarda, ho la fortuna di poter studiare con Walter Donatiello (noto chitarrista jazz), il quale mi ha aiutato moltissimo. Durante il primo lockdown abbiamo fatto lezione a distanza, concentrandoci su molti aspetti teorici e appena abbiamo potuto riprendere a fare lezione in presenza abbiamo subito applicato tutto quanto cercando di replicare delle situazioni il più realistiche possibile. È un percorso che mi sta facendo crescere moltissimo come musicista.
6. Ti vedremo presto di ritorno o dovremo farci bastare Siolence per un po’?
Tranquilli, ho altri 3 album praticamente pronti sulla’hard disk! Devo solo finire di arrangiarli e mixarli. Poi, una volta trovato il concept giusto, si riparte alla grande.