MARTA LUCCHESINI: VI PRESENTO "SUL SENTIERO BLU" - INTERVISTA

E' disponibile da lunedì 9 gennaio su tutte le piattaforme di streaming digitali la colonna sonora di "Sul sentiero blu", prodotto da Indyca, distribuito da Wanted Cinema, e diretto da Gabriele Vacis. A firmare la colonna sonora (edita da New Lanark Film and Music) è la compositrice Marta Lucchesini, nota anche come cantautrice con lo pseudonimo Marat. Dieci tracce che raccontano l'avventura di un gruppo di giovani con autismo e dei loro educatori e medici che hanno camminato per 200 km in 10 giorni lungo la via Francigena per dimostrare e dimostrarsi che la gestione delle difficoltà e delle emozioni è possibile. Marta Lucchesini, le cui canzoni sono già state sincronizzate in Tv Series di successo come Christian, Il Cacciatore e Non Mi Lasciare, collabora da due anni con il compositore Giorgio Giampà con il quale ha firmato la colonna sonora del film Netflix italiano più visto dalla nascita della piattaforma ad oggi "Il mio nome è vendetta” e quella del documentario di Sabina Guzzanti “Spintime”, presentato al Festival di Venezia nel 2021.
Siamo stati contenti di poterla intervistare e di sentire che, piano piano, sta realizzando quello che vuole fare da grande.
Cosa c’è a Monterotondo? Sei ancora lì? Che cosa significa nascere in periferia? Questa cosa ha influenzato la tua ispirazione in qualche modo?
Ciao! Monterotondo è il paese in cui ho fatto il liceo e dove stanno tutti i miei amici. Però in realtà io sono di Mentana (tra l’altro in campagna) quindi un posto molto più piccolo. Ho fatto dei giri immensi ma sempre con base qui, perchè sono molto vicina a Roma ma senza lo smog e senza il traffico. E’ stato determinante stare in periferia, sempre, perchè è tutto più complicato, tutto più lontano, ma stare distanti aiuta molto a vedere le cose come stanno, a ragionarci con la giusta lucidità.
Quando è successo che da cantautrice sei diventata anche compositrice a tutti gli effetti?
Dal 2017 ho iniziato a studiare a tempo pieno composizione e musica applicata alle immagini (al Conservatorio di Roma). Questo perché in qualche modo sentivo di essere limitata nella musica che scrivevo, e avevo totalmente ragione. Parallelamente mi piaceva l’idea di scrivere anche per altre ragioni, che non fossero i soldi, ma altre motivazioni artistiche. Quindi ho riscoperto il cinema e l’uso della musica in questo.
Quale pensi possa essere il ruolo di un’etichetta discografica nel 2023? E cosa significa essere invece un’artista indipendente?
Beh dipende davvero molto da dove si colloca l’artista che questa etichetta dovrebbe rappresentare. Il suo ruolo può andare dal ricercare il business più economicamente conveniente del momento a ricercare artisti che possano costruire il futuro della musica, con qualità e sincerità. Credo che ci siano entrambe le anime nel mondo delle etichette, diciamo che la seconda specie è un po’ più rara.
Marat e Marta Lucchesini, cantautrice e compositrice, hanno esigenze artistiche diverse? Come fai conciliare le due figure?
Certo, sono due entità separate. Però è proprio grazie a questo che possono convivere. Ho realizzato che scrivere per audiovisivo e canzoni per necessità poetica personale, sono due cose così diverse che una non interferisce con l’altra (se non positivamente quando posso usare lo strumento canzone dentro un film).
Propositi e progetti in corso per quest’anno?
Continuare a fare quello che faccio, magari meglio, magari riuscendo ad aumentare la percentuale di tempo dedicata alla musica live, che mi manca tanto. Sento che sto lentamente costruendo quello che voglio fare da grande.