Luv!: "Maledetta" un botta e risposta tra le mie personalità - INTERVISTA

È disponibile in tutti gli store digitali e nelle principali piattaforme streaming “MALEDETTA” il singolo d’esordio della cantautrice e violinista LUV!, disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Il brano porta la firma della stessa Luv! ed è stato prodotto da Andrea Piraz per Solid Music, “Maledetta” è un brano pop caratterizzato da un sound tipico anni ’80, una decade che rappresenta per la cantautrice una continua fonte di ispirazione e che caratterizzerà in maniera rilevante tutto il suo primo progetto discografico.
Con la pubblicazione del brano, abbiamo raggiunto LUV! che ci ha parlato di come è nato "Maledetta". Ecco cosa ci ha raccontato!.
Benvenuta Luv!, presentati ai nostri lettori, chi sei e da dove vieni?
Ciao, sono Ludovica, in arte Luv!, ho 24 anni e sono nata a Cagliari, la Città del Sole. Il rumore dei miei pensieri e dei miei ricordi si intrecciò sin dall'infanzia con la musica, dapprima come uditore, poi come oratore. Iniziai lo studio del violino a 10 anni, a cantare a 22; se con lo strumento riuscivo a dare un'identità e una forma ai miei pensieri, con la voce sono riuscita a dargli il potere della parola: ecco perché sono qua
ora. Assaporo la mia vita a sorsi, ingurgitandone sia gli aspetti positivi che quelli negativi, nonostante lascino l'amaro in bocca.
Come ti sei avvicinata al mondo della musica e come nasce il tuo nome d'arte?
Ricordo che sin dalla tenera età mio papà, facendomi sedere sulle sue gambe, mi lasciava ascoltare i suoi vinili. Ciò che ascoltavo era la musica degli anni 80, fulcro della sua giovinezza, da lui stesso riprodotta in discoteca. Mio padre fu infatti uno dei primi Dj in Sardegna a portare i grandi successi internazionali, che segneranno in maniera indelebile il periodo. Il mio nome d'arte non è farina del mio sacco: non sono mai riuscita a trovarne uno che mi calzasse a pennello, o che gli altri si ricordassero. Un giorno, una mia compagna d'avventure del conservatorio, Stefania, durante una pausa, mi chiamò "Luvi". Questo soprannome, o, ormai, nome d'arte, si espanse come un'epidemia (e speriamo diventi pandemico!)
"Maledetta" è il tuo singolo di debutto, di cosa parla e cosa rappresenta per te?
Abbattere muro tra “normalità” e “stranezza” e viceversa. Luv! e Ludovica vivono nel mezzo, in questo limbo dove vorrei che tutti potessero entrare, in questa terra di mezzo in cui le parti razionali e quelle irrazionali fanno a pugni in un fight club in cui la prima regola è DEVI parlare del fight club. Luv! è la mia parte di speranza in cui rimprovero Ludovica, la fetta “maledetta” di me, del fatto che tutti abbiamo una scintilla da seguire. Ma è maledetta anche Luv! perché come un pugile vuole vincere a tutti i costi il match.
Maledetta è un botta e risposta tra le mie personalità che rappresentano il dualismo comune a tante persone che come me vivono in conflitto con loro stesse tra le loro parti rigorose e quelle più folli, tra quelle più speranzose e quelle più pessimiste.
Come nascono le tue canzoni e quali sono le tue influenze musicali?
Le mie canzoni sono fortemente influenzate dagli anni '80, specialmente dalle sonorità che caratterizzarono il periodo che va dal 1983 al 1987 (per fare alcuni nomi: David Bowie, Kim Carnes, Chaka Khan, Michael Jackson, Madonna, Ultravox, The Cars). Queste, nelle mie canzoni, si fondono con le sonorità contemporanee. Il mio progetto nasce dal coraggio che ho avuto di ascoltarmi, e dalla tanta fame di comunicare la mia realtà.
Sei molto giovane e ad oggi per farsi conoscere al grande pubblico molti ricorrono ai talent. Tu che ne pensi a proposito?
Ci ho provato, e non ho ben capito se sia un mondo che fa per me. Nei talent show ci sono sicuramente tanti meccanismi che non ho ancora metabolizzato, ma che sarei curiosa di capire meglio. Essi sono in grado di offrire un succulento trampolino di lancio, ma penso che ogni artista possa camminare con le proprie gambe, restando meritevole allo stesso modo.
Dopo "Maledetta" quali sono i tuoi prossimi progetti?
Prima di uscire ufficialmente con "Maledetta" abbiamo studiato nei minimi dettagli tutto quello che sarebbe potuto arrivare. Da agosto 2020 a settembre 2021 ho continuato a scrivere imperterrita, potenziando la mia scrittura e iniziando a pensare non da violinista, ma da cantautrice. In questo processo, Andrea mi ha sempre garantito la libertà di scegliere l'impronta di ogni pezzo. Dopo "Maledetta" ci saranno tante altre canzoni, che rappresenteranno ognuna una sfaccettatura diversa del panorama musicale degli anni '80.
Tornando al tuo singolo di debutto, c'è una frase all'interno del testo a cui ti senti più legata?
"È inutile che remi da una parte all'altra dell'oceano se poi non vuoi scendere" racchiude totalmente il significato della canzone. Rappresenta la difficoltà del convincersi a stare fermi e a trovare il proprio posto nel mondo; nonostante ciò, come si evince dal testo, io continuare a remare, il che va bene, ma a un certo punto sarebbe bene fermarsi, anche solo per pensare e ripartire.
Per concludere che messaggio vuoi dare a chi ascolta e chi ascolterà la tua musica?
Vorrei garantire dinamicità alla mia musica, sonorità malleabili ed orecchiabili, con testi studiati che sono sicura saranno capiti da chi vorrà ascoltare, e che permettano a chi non ha mai vissuto gli anni '80 (come anche me) di strizzare l'occhio al passato.