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Lorenzo Vizzini, canto l'Inverno dal sapore estivo - Leggi l'intervista


Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Lorenzo Vizzini, autore e cantautore che ha scritto anche nomi del calibro di Renato Zero e Ornella Vanoni. Di recente ha pubblicato un nuovo singolo dal titolo Inverno che anticipa un nuovo album in uscita prossimamente. Ecco cosa ci ha raccontato!


Come si pone il tuo nuovo brano in relazione all’ultimo disco L’aria di casa? Sicuramente sono belli distanti. Sarà anacronistico, ma a me piace l'idea che ogni disco rappresenti un mondo, musicalmente e testualmente, perciò cerco di perseguirla sempre. "L'aria di casa" è un disco domestico, molto intimo, suonato tutto da solo, mentre su "Inverno" e in generale sul prossimo disco ci sono tanti musicisti, tanti strumenti diversi e forse anche più leggerezza. Però vuoi sapere la cosa strana? Questo disco l'ho scritto prima di "L'aria di casa", tutti questi pezzi che stanno uscendo adesso erano già pronti nel 2016.


La canzone si chiama Inverno ma a me il sound ricorda un po’ l’estate. Cosa ne pensi? Penso lo stesso e mi fa piacere che lo noti. Il gioco voleva essere quello, scrivere dell'inverno con una canzone allegra. Spesso quando sento parlare di inverno, si fa riferimento al freddo, alla malinconia e altre cose tristissime. A me invece stare sotto il piumone quando fuori fa un freddo cane piace un sacco e mi mette allegria, meglio ancora se c'è pure un tè caldo col limone e il miele.


Che relazione c’è tra l’inverno e l’immagine di una relazione mai sbocciata? In effetti è una relazione tutta immaginata, super platonica, quindi ovviamente una leggerissima malinconia c'è. Penso che lei mi ricordasse l'inverno proprio come attitudine, come colori, forse anche perché era di febbraio, come me. Boh, una somma di cose. Con questa canzone pensavo di farle immaginare quanto sarebbe stata bella una storia fra di noi. Ovviamente lei non ha mai saputo l'esistenza del pezzo, son passati 5 anni e 4 governi, quindi amen.


Scrivendo la canzone avevi la speranza che la gente potesse immedesimarsi nelle parole e nelle situazioni che racconti nel testo o l’hai scritta prima di tutto per te stesso? In effetti l'ho scritta solo per me. Di solito quando scrivo per me e racconto la mia vita personale, lo faccio più anarchicamente e scrivo un po' quello che mi passa per la testa in quel momento, senza pensare troppo a chi la ascolterà. Ovviamente se qualcuno la sente sua a me fa solo piacere, però è un aspetto al quale non ho pensato scrivendola.


Se spulciamo nei tuoi ascolti di Spotify che artisti ci troviamo ultimamente? Tante cose diversissime fra loro. Ultimamente fra i più recenti sto ascoltando gli ultimi lavori di Fiona Apple, Francesco Bianconi, i Khruangbin, gli Strokes e Lucio Corsi. Poi sto rispolverando gli amati Stefano Rosso, Pino D'Angiò, Chico Buarque, Franco Califano e il meraviglioso disco di Morricone per Milva. E poi vabbè, i due Lucio, Dalla e Battisti, quelli ovviamente ci sono sempre.


Com’è il tuo rapporto con i social? Quali sono i tuoi preferiti o quelli che usi di più e con quali invece hai un peggiore rapporto? In effetti i social non mi danno grandi emozioni, quindi non mi sono mai posto il dubbio. Allora ti dico che il migliore è Whatsapp e il peggiore Msn Messenger, perché i suoi trilli non li sopportavo e i suoi blog erano terribili.


Cosa speri che possa portare questo 2021 per il tuo percorso musicale? Il desiderio più grande è quello di portare in giro le canzoni, spero sarà possibile al più presto. Siccome però è quello che desideriamo tutti, ti dico che desidero scrivere tante nuove canzoni che sappiano stupirmi, di fare uscire tanta musica e soprattutto di poter tornare a viaggiare e conoscere tanta musica nuova in giro per il mondo.






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