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Giacomo Luridiana: Canto le ansie in "I't'd Be Lovely" - INTERVISTA


Dal 4 giugno è disponibile in rotazione radiofonica “IT’D BE LOVELY”, brano di GIACOMO LURIDIANA già presente su tutte le piattaforme di streaming.


IT’D BE LOVELY” di GIACOMO LURIDIANA è una ballata che guarda alla vita come ad un percorso cieco, senza guide né direzioni. Un mistero che è impossibile da svelare e che, proprio per questo motivo, ci dispera e appassiona allo stesso tempo.


Con la pubblicazione del brano abbiamo raggiunto l'artista che ci ha parlato di questo nuovo capitolo musicale e dei suoi prossimi impegni!.


Ciao Giacomo, voglio partire subito dal tuo nuovo brano "It'd be lovely" ci racconti la sua nascita?

E’ una canzone che vuole rispecchiare le ansie del crescere, diventare grandi e diventare adulti, e la realizzazione delle contraddizioni che questo comporta. L’ho scritta in un periodo in cui mi sentivo abbastanza solo e perso, rispecchia in un certo senso quella sensazione di sentirsi senza una direzione e di rendersi conto di quanto poco controllo e conoscenza si hanno rispetto a noi stessi e al mondo attorno a noi, ma anche l’istinto di reagire abbracciando questa condizione.

Come ti sei avvicinato al mondo musicale?

Da bambino cercavo molto dei modi di esprimermi creativamente, ho iniziato come tutti i bimbi disegnando, poi mi sono avvicinato alla poesia e alla scrittura e infine è arrivata la musica quando mio zio mi ha regalato la sua vecchia chitarra quando avevo 15 anni. Piano piano la scrittura e la musica si sono mescolate e ho iniziato a scrivere canzoni, ma la scintilla è scattata quando ho ripreso ad ascoltare Springsteen dopo tanti anni. Da bambino lo sentivo spesso con mia mamma, ma poi me ne sono allontanato fino ai 16-17 anni, poi non ho ascoltato altro per un anno e mezzo e ho capito che la musica era l’unica cosa che volevo realmente fare.

Come nascono i tuoi brani, prima il testo o la melodia?

Di norma nasce prima il testo, ma spesso mi capita di scartare testi e tenere delle melodie o dei giri di accordi che poi riciclo in testi nuovi. Per me l’elemento principale di una canzone è la musica, ma è anche in un certo senso il più magico, a volte ha una vita propria e si sviluppa quasi da sé, va solo indirizzata; per questo spesso parto dal testo, per lasciare un elemento di casualità alla parte melodica e ritmica.

Cosa pensi del panorama musicale italiano e quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Penso che sia in un momento di transizione e penso che siano molto eccitanti le prospettive e le opportunità che questo comporta. Ho sempre ascoltato più artisti stranieri che italiani, non per snobismo o presa di posizione, più che altro per abitudine, ho iniziato ad ascoltare la musica dall’0autoradio di mia mamma e lei ha sempre ascoltato più stranieri che italiani. Questo credo mi abbia permesso di apprezzare maggiormente alcuni artisti italiani quando mi ci sono avvicinato e in generale apprezzare la nostra identità musicale, molto legata alla poetica e alla narrativa dei testi. Non so quanto le mie influenze siano evidenti nei miei pezzi, ma sicuramente per quanto li ho ascoltati ossessivamente Bruce Springsteen e i Linkin Park sono stati molto importanti per la mia formazione artistica. Tra gli artisti italiani, mi catturano molto i testi di Fabri Fibra, specialmente quelli di Turbe giovanili, e l’energia espressiva di Caparezza e Neffa.

Tornando al tuo nuovo brano, in particolare al testo c'è una frase a cui sei più legato?

“Tell me how to hold on to the things that I love the most without losing my interest year by year”; la prima frase rispecchia una delle mie più grandi paure, cioè quella di perdere un sentimento o un’emozione, la paura dell’apatia e di perdere qualcosa o qualcuno per nessuna ragione apparente, solo perché il tempo consuma il rapporto.

I prossimi progetti di Giacomo quali sono?

Da qui a ottobre usciranno 4 altri singoli e sto lavorando a un album con La Stanza Nascosta Records che non vedo l’ora di far uscire. Voglio tornare presto a suonare live, sia per strada che sul palco, e raggiungere quante più persone possibile con la mia musica.

Per concludere, con tre aggettivi come definiresti la tua musica?

Contingente, aperta e parziale.





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