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Dj Aladyn: Benvenuti nella "Summer Night" - INTERVISTA


Dallo scorso 9 giugno è disponibile in tutti gli store digitali e piattaforme streaming Summer Night, il nuovo singolo di DJ Aladyn che per questo brano si avvale della collaborazione del cantante Raphael. Il nuovo singolo arriva dopo la pubblicazione di Paradise Lost (dove il testo era ispirato a John Milton e Dante Alighieri) e ci porta all'interno di una festa estiva, metafora di un'oasi felice in contrasto con una vita di routine e di conti da pagare.


Le sonorità dance e reggae sapientemente mixate accompagnano l’ascoltatore in questa riflessione musicale, dove gli artisti rivendicano il diritto a vivere la propria passione, dopo le incertezze ed il silenzio di mesi di lockdown e restrizioni superati anche grazie al ricordo di quelle notti d’estate, all’attesa di sentire di nuovo i potenti bassi di un impianto in riva al mare che ti scuotono dal profondo, di rivivere quel rito collettivo ancestrale che è la festa.


Con la pubblicazione del brano, abbiamo raggiunto l'artista che ci ha parlato di "Summer Night", dei suoi progetti futuri e del suo percorso artistico. Ecco cosa ci ha raccontato!


Chi è DJ Aladyn? Quando sei DJ Aladyn e quando Aldino?

DJ Aladyn è un ragazzino che arriva dalla provincia, cresciuto fin dai 13 anni col pallino di diventare un deejay. Ma è anche un po’ un “super nerd” - nel senso più tenero del termine - che nella musica non smette mai di studiare, imparare e sperimentare. Da questa passione coltivata nel tempo, si è creato il perosnaggio che sono adesso. Io però sono sempre e solo Aldino, mentre gli altri mi vedono come DJ Aladyn.


Summer Night è la tua personalissima versione dell’estate 2021? Come passerai questo nuovo periodo dove sembra tutto un brutto sogno?

Hai centrato perfettamente il mood, perché Summer Night nasce proprio da questo brutto sogno. E dalla voglia di tornare a stare all’aria aperta e a divertirsi in leggerezza, riprendendo i contatti con le persone.

Spero di poter fare qualche live in giro a mettere i dischi, anche se non ancora si sa se si potrà ballare. L’importante, però, è far sentire bella musica e ritrovarsi insieme. Sicuramente farò un po’ di vacanza con la mia famiglia ma soprattutto ho voglia di cose semplici come gustarmi i colori di un tramonto e riappropriarmi del contatto con la natura. Perché nei mesi di lockdown - nonostante avessimo tempo per riflettere su tante cose - è stato pressochè impossibile prendersi quel tempo davvero necessario per ascoltarsi nel prodondo. E questo è un esercizio che dobbiamo fare tutti in assoluta tranquillità d’animo.


Chi è Raphael e come l’hai contattato e scelto per questo brano?

Raphael è un giovane italo-nigeriano che vive a Genova e che ho conosciuto grazie ad Awa Fall, la cantante con cui ho collaborato per il mio recente pezzo Vibrations. Durante una telefonata con lei lo scorso inverno, le chiesi se poteva darmi qualche dritta su una voce che ricordasse un po’ quella di Damian Marley, uno stile che a me piace molto.

Così mi ha fatto il nome di Raphael, che io non conoscevo. Ho cercato qualche suo lavoro in rete e mi è piaciuto subito. L’ho contattato e lui è stato super disponibile e molto veloce nella scrittura del pezzo e nella registrazione. Devo dire che questa collaborazione mi ha preso molto bene e posso già anticipare che lo coinvolgerò anche per un secondo pezzo dell’album.


Quali sono i prossimi passi del tuo progetto?

Al momento sono focalizzato sul nuovo album che sarà pronto tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Subito dopo l’estate è in programma l’uscita di un nuovo singolo, mentre proprio in questo periodo sono chiuso nel mio studio dove sto lavorando ai pezzi, e posso anche anticipare che ci saranno sicuramente diverse collaborazioni al di fuori dell’album con alcuni artisti italiani.


Ci puoi raccontare qualcosa del tuo tour che hai condiviso con i Prodigy?

Con i Prodigy tocchiamo una parte molto intima del mio vissuto umano e musicale. Fu un tour che feci insieme a DJ Myke lo ricordo ancora adesso come un’esperienza incredibile. In particolare, tre date indimenticabili: Milano al Mazda Palace, Padova al Palafiera e Roma al Palalottomatica. Essere il DJ che apriva la serata del tour di uno dei tuoi gruppi preferiti in assoluto, è stato un qualcosa che mi ha reso davvero molto felice.

Avevamo due consolle e suonavamo in “back to back”, rimbalzandoci un pezzo a vicenda, skratchando e divertendoci per un’ora piena. Spesso, durante lo show, mentre mi giravo indietro, capitava che i Prodigy spuntassero sul palco per guardare quello che stavamo facendo, ed erano presi bene dall’adrenalina e dall’ambiente che eravamo riusciti a creare.





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