Demi Lovato: "Dancing With the Devil...The Art of Starting Over"- Recensione

Demi Lovato apre il suo settimo album in studio con un avvertimento. Non in senso letterale, ma attraverso un trio di materiale profondamente coinvolgente che lo distingue da qualsiasi suo precedente lavoro collettivo.
La tracklist ufficiale di Dancing With the Devil ... The Art of Starting Over lo etichetta come "Prelude" - tre canzoni in diretto riferimento all'overdose di droga quasi fatale dell'artista nel 2018. Ma per iniziare un album con un'agonia così straziante, come si sente su “Anyone”, è un rischio che va oltre le semplici presentazioni. È un invito all'azione, un appello a ricordare il passato e portarlo delicatamente nel presente.
Demi Lovato non è estranea a parlare del suo passato ed è vista come una pop star con un'apertura unica nei suoi confronti, disposta a condividere lotte intensamente personali con la tossicodipendenza e un disturbo alimentare a un pubblico di milioni di persone. Eppure la sua musica del passato spesso evita di affrontare qualcosa di specifico.I singoli precedenti come "Cool for the Summer" e " Sorry Not Sorry" l'hanno cementata come un emblema di fiducia in se stessi, anche se ora abbiamo appreso che l'energia della Lovato verso il pubblico in quel periodo era del tutto falsa.
Dancing With the Devil è l'album più bello di Demi Lovato fino ad oggi, e non ha bisogno di un sorriso stampato per dimostrarlo. Questo non vuol dire che sia senza ritmi ballabili o canzoni pop che sollevano l'umore; al contrario, l'artista è altrettanto felice di parlare dei suoi momenti più alti di recupero proprio accanto a quelli più bassi. Nella fresca e ariosa "The Art of Starting Over", si meraviglia della sua ritrovata ammirazione per la vita e per se stessa.
È impossibile visualizzare qualsiasi brano di Dancing With the Devil come estraneo agli ultimi anni di Lovato, specialmente con un documentario di accompagnamento con lo stesso nome uscito la scorsa settimana. Per la maggior parte, avere così tante canzoni personali e dettagliate funziona a favore della Lovato e le intuizioni raccolte dai suoi pensieri e dalle sue emozioni rendono le canzoni più cupe quelle più coinvolgenti questo accade anche in "Melon Cake". Ci sono canzoni anche strappalacrime come "Easy" mentre "My Girlfriends Are My Boyfriends" tenta di iniettare una dose di potere femminile.
Diciannove canzoni in un album possono essere tante, però bisogna dire che in questo nuovo album di Demi Lovato ci sono molte canzoni che possono funzionare. La Lovato è più disposta a sperimentare, sia attraverso la sua musica che la sua voce, che è più versatile che mai. La sua graffiante e inquietante cover di "Mad World" dei Tears For Fears è straordinaria, portando il testo distorto della canzone in primo piano per cantare con un dolore doloroso e struggente. Sta persino abbracciando l'esplorazione della sua sessualità, come si sente nella divertente "The Lover I Am".
Ciò che Demi Lovato esamina di più, però, è la realtà che fa riflettere che il suo viaggio è appena iniziato come canta in "California Sober" un senso di fiducia è ancora parte integrante del suo essere durante Dancing With the Devil, ma si manifesta in modo diverso. L'album si chiude con "Good Place" dove l'artista assicura delicatamente ai suoi fan il suo benessere, non è una dichiarazione finale della sua felicità, ma piuttosto un riconoscimento dolce e contento che il suo posto potrebbe benissimo cambiare nel tempo, una risposta curativa al suo avvertimento iniziale. Voto 4/5