Bounce Back vi raccontiamo il nostro primo album - INTERVISTA

E' uscito lo scorso 25 giugno in tutti gli store digitali e piattaforme streaming “Bounce Back”, l’album d’esordio dell’omonima band formata da Luca e Roberto che con la loro musica vogliono trasmettere un idea di cambiamento e sono pronti a farsi strada nel panorama musicale
Bounce Back è un album composto da dieci brani, ognuno di essi capitolo di un racconto di rinascita. Il sapore è quello di un pop/rock melodico, più aspro o più spensierato ove necessario, saggiamente variegato a seconda dello scopo. Le sonorità non nascondono un affetto per la musica internazionale degli anni 80 e 90, seppur piene di modernità; la scelta dell’inglese rimarca questo tracciato, mirando infatti ad un inserimento in quel contesto che dominava alla fine del secolo scorso. Definibile un concept, il suo filone narrativo si sviluppa dal negativo al positivo toccando, step by step, precisi spaccati emotivi, accompagnati da un contesto musicale molto codificato a livello emozionale.
Con la pubblicazione del disco abbiamo incontrato gli artisti che ci hanno parlato di questo loro progetto e di altre curiosità. Ecco cosa ci hanno raccontato!
Benventui ragazzi, partiamo subito con le domande. Perché secondo voi è tornato di moda il cantautorato in quest’ultimo periodo?
Ciao In Musica! Ciao a tutti e grazie per le vostre domande. Partiamo subito con una domanda impegnativa, ci concentriamo. Perché il cantautorato è tornato di moda? In realtà crediamo non sia mai passato. I cantautori come Ferro, Grignani, Pausini, Nek in Italia non sono mai decaduti, anzi. Ora un Nigiotti non è una sorpresa, è prosecuzione della nostra tradizione. Crediamo che in Italia questo genere non passerà mai.
Seguite realtà come Sanremo o X-Factor? Che ne pensate della musica che passa in tv?
Seguiamo praticamente zero. X Factor è un programma di grandi talenti, vocalità sublimi, ma non ci prende. San Remo si discosta parecchio dal nostro genere, anche se i Maneskin ci hanno smentito. Sono dei grandi, hanno tutto per frantumare i record e portare l’Italia alla conquista del mondo.
Avete mai pensato ad un talent o a un lancio televisivo per il vostro progetto?
Guardate, come dicevo sopra ci sono un sacco di talenti, per cui è un programma serio. Non ci abbiamo ancora pensato seriamente, anche perché ora stiamo cercando di farci conoscere come band con dei Live. Siamo determinati a seguire questo percorso, insistendo sulla scena lombarda.
Durante quest’ultimo periodo diversi artisti hanno realizzato concerti in streaming. Avete visto qualcosa di interessante? Avete fatto voi stesso qualcosa in tal senso? Come siete sopravvissuti alla mancanza di live in questo periodo?
Grazie alla Red Blue abbiamo potuto partecipare a due Live Streaming acustici dalla Villa del Bene, Verona. Abbiamo fatto esperienza, ci è stato utile. Contate che siamo una formazione molto recente, non abbiamo neanche un anno. Abbiamo pubblicato in radio il primi singolo il 25 settembre 2020, avremmo avuto il primo live già il 10 ottobre, ma è saltato per un organizzatore positivo. Poi il lockdown, l’impossibilità di sviluppare i brani in elettrico con i musicisti con cui siamo entrati in contatto.
Fortunatamente una piccola saletta ci ha concesso di tenere vive le pagine sviluppando materiale social e abbiamo costruito il nostro piccolo pubblico; purtroppo la nostra musica è energia e vive della pienezza di una band, con l’acustico perde molto.
Com’è dovrebbe essere il vostro concerto perfetto?
Casino, tramonto, gente che canta e fa cori, noi che ci divertiamo, ci lanciamo soddisfatti. Atmosfera, performance, divertimento.
E adesso?
E adesso si cresce, si punta a suonare in giro, si punta a sviluppare ogni parte del nostro mondo. E poi registrare nuovi pezzi, cogliere nuove opportunità.