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BASILICUS P: "SPUMA" IL NUOVO ALBUM - INTERVISTA


Foto di Francesco Algeri

La band messinese combina qui diversi ingredienti: uno studio ricavato da un ex Forte di fine Ottocento, chitarre spumose, fuzz e distorsioni, la spuma del mare come metafora del moto libero nell'universo, ma anche in riferimento alla bibita, la spuma, graffiante e dolce allo stesso tempo, come questo album.


Dallo scorso 18 novembre è disponibile per Tuma Records e in distribuzione The Orchard, "Spuma" il nuovo album firmato dai siciliani Basiliscus P, già anticipato dai singoli "Magenta" e "Urban Safari".


Questo disco prende vita da lunghe sessioni di improvvisazione in sala che poi sono state sviscerate e riarrangiate sotto la guida di Marco Fasolo, leader dei Jennifer Gentle e produttore tra gli altri di I Hate My Village e Bud Spencer Blues Explosion. "Spuma" è stato concepito durante il lockdown e rifinito in uno studio ricavato all’interno di un ex Forte militare di fine ‘800, e successivamente registrato al The Cave, prestigioso studio di Catania in cui tra gli altri hanno registrato anche gli Afterhours.


Più che dalla spuma, o schiuma del mare, il nome deriva dalla bibita, vera e propria passione dei tre, che è molto graffiante come gusto ma allo stesso tempo dolce, ed è un po' quel che può ricordare il suono dei Basiliscus P.


Non si chiamano Basiliscus a causa di Harry Potter, e abbiamo iniziato proprio da lì.



Chi ha proposto il nome Basiliscus P, e come siete entrati in contatto con il basiliscus plumifrons?

Marco ha avuto questo trip verso questo animale, ed è nato quasi per gioco. Uno dei tanti trip, che ci forniva. Lui aveva scritto una canzone che si chiamava proprio “Basiliscus” e parlava di questa lucertola che corre sull’acqua, la lucertola “Gesù Cristo”, fonte anche del nome di una band per noi importante come i Jesus Lizard.

State già lavorando a qualcosa di nuovo? Sentite mai i vostri pezzi come "vecchi", o in altre parole: avete fretta di fare musica nuova?

Lavoriamo sempre a qualcosa di nuovo, nel senso che in sala escono sempre cose nuove, anche adesso col sax e altri strumenti gli embrioni non sono niente male secondo noi, però non c’è nessuna fretta di fare musica nuova: i pezzi nostri, tranne qualcuno, non ci stancano quasi mai e non li sentiamo vecchi perché subiscono sempre un processo di “modifica” estemporanea che si associa alle nostre stagioni.


Vi sentite mai limitati da Messina e dalla provincialità che spesso si associa alla Sicilia?

Purtroppo sì. Più che sentirci limitati dalla provincialità, dispiace che a parte pochi esempi come per esempio quello della nostra etichetta, Tuma Records, in cui confluiscono tanti musicisti cittadini, o qualche altro esempio di band amiche, non c’è mai stata la volontà fattiva di fare veramente rete, tra gruppi e locali. Speriamo che qualcosa cambi, perché è pieno di gente valida, secondo noi.


Come mai pensate che le etichette siano ormai così restie a investire su chi non ha già i numeri "giusti"?

Perché sono cambiati i tempi, la possibilità di produrre musica ormai è alla mercé di tutti, e la politica del “tutto e subito” ha drogato anche il mercato: ormai siamo disseminati di video su youtube, dagli streaming e quant’altro di cui anche noi usufruiamo ovviamente, ma che spesso mettono in secondo piano quel che dovrebbe essere l’ascolto di un disco. Prendersi quella cazzo di mezzoretta mettendolo sul piatto, o un cd nell’hi fi, e ascoltarselo da inizio a fine.


Riuscite ad essere amici, oltre che compagni di band?

Siamo molto amici, e da tanti anni, ed anzi penso sia una delle nostre caratteristiche migliori: siamo sempre pronti ad aiutarci e rincuorarci, e anche a sparare stupidaggini e metterci di buonumore vicendevolmente. Siamo molto felici di questo.





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